I cani in ostaggio sono sempre quelli del famoso canile ex Poverello in Roma.
Ma iniziamo il racconto da ciò che gli utenti non sanno, il resto è stato già accennato grazie alla diretta effettuata nel gruppo facebook “Noi, gli invisibili del canile comunale ex poverello” (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3400152695378&set=at.3400142615126.146401.1616625764.1465515927&type=1#!/groups/192802920770904/).
Grazia, una donna fantastica che aveva già liberato con notevoli difficoltà un cane anziano e malato dello stesso canile (ricorderete in molti la storia travagliata dell'adozione di Leon), decide di salvare un altro cane dell'ex Poverello. Anche la nipote (adulta) di nome Simona che voleva adottare un cane pensa di farlo nello stesso canile. Le due aspiranti adottanti chiamano separatamente due settimane fa l'Ufficio Adozioni dell'Associazione Volontari Canile di Porta Portese detta AVCPP (associazione con circa 120 dipendenti che gestisce per grazia ricevuta i canili comunali romani da 15 anni senza aver mai vinto un bando di gara: per legge l'assegnazione diretta non è legittima quando l'esborso di soldi pubblici comporta cifre del genere).
Entrambe le aspiranti adottanti dicono al telefono di voler adottare un cane di quel canile, di non aver ancora in mente la scelta ma di essere orientate su cani di taglia media non troppo anziani. Il personale dipendente risponde che non c'è alcun problema e, sotto insistenza delle adottanti che volevano rassicurazione di non farsi il viaggio a vuoto ma di uscire dal canile con i cani adottati, aggiunge che basta chiamare due giorni prima per prendere appuntamento.
Le aspiranti adottanti ritelefonano all'Ufficio Adozioni la settimana scorsa e concordano un appuntamento per lunedì 30 aprile 2012. Come nelle telefonate precedenti, non viene chiesto alle adottanti né il loro nome né alcun tipo di informazione sulle stesse, le dipendenti sanno unicamente che vengono da altra regione. Chissà per quale motivo non viene fatto il solito terzo grado: forse perché il personale dell'Ufficio Adozioni è già intenzionato a non far uscire alcun cane? Forse perché non è stato indicato un cane la cui uscita “preoccupa”? Chi può dirlo? I fatti successivi.
Nel frattempo, le aspiranti adottanti danno uno sguardo agli appelli dei cani del Poverello presenti in internet e scelgono Zen ed Otto: confrontano ciò che viene scritto negli appelli “liberi” del sito www.zampepulite.org e quanto scritto sul sito “io libero” dell'Avcpp e si portano dietro le stampe degli appelli di quest'ultima.
Lunedì 30 aprile arrivate vicino a Roma chiamano l'Ufficio Adozioni Avcpp per comunicare qualche minuto di ritardo causa traffico, ma che sarebbero arrivate a breve al Poverello per adottare due cani.
DA QUI INIZIA TUTTA UNA SERIE DI BUGIE.
Il personale dipendente Avcpp risponde che assolutamente non possono adottare alcun cane perché i cani dell'ex Poverello hanno problemi con la Asl, che se vogliono possono andare al canile della Muratella (dove si trova l'Ufficio Adozioni) ed al limite fargli solo vedere i cani del Poverello ma che comunque non glieli daranno in adozione.
Occorre far presente a tutti che in quel momento il personale dipendente Avcpp non sa ancora quali cani abbiano scelto durante il week-end le aspiranti adottanti, quindi è chiaro che nessun cane deve uscire (vivo, perché morti escono) da quel canile.
Le aspiranti adottanti telefonano ad una persona ormai esperta delle adozioni scoraggiate dall'Avcpp che gli fa notare che non ci sono problemi con la Asl a far adottare i cani dell'ex Poverello in quanto l'ispezione della Asl RMC del 16 gennaio 2012 avrebbe comportato il blocco delle entrate in quel canile non certo il blocco delle uscite e l'Avcpp è in perfetta malafede visto che ha fatto adottare proprio ultimamente due cani a “persone di fiducia” proprio nel momento in cui c'erano altre richieste per quei cani, persone la cui identità è anche attualmente coperta dal “segreto di Stato”. Chissà perché...
Le aspiranti adottanti richiamano l'Ufficio Adozioni e fanno presente che ci sono state delle adozioni recentemente in quel canile e quindi non c'è alcun problema con la Asl, pertanto insistono di farsi trovare sul posto visto che hanno chiamato diverse volte per avere rassicurazione di non fare un viaggio a vuoto (cosa, tra l'altro, già accaduta a Grazia per l'adozione di Leon, 800 km inutilmente!). A quel punto, vista la fermezza delle aspiranti adottanti, il personale dipendente risponde loro che le aspetteranno al Poverello.
La “volontaria non retribuita” Eleonora Palazzetti si trovava già al Poverello per svolgere il suo volontariato e, essendo amica di Grazia, sapeva del suo arrivo.
Il personale dipendente del canile comunale ex Poverello era nel frattempo stato avvisato dall'Ufficio Adozioni che, pur non conoscendo ancora il nome delle aspiranti adottanti, già aveva intuito una conoscenza con la Palazzetti (forse perché non era riuscito a farle desistere?).
Finalmente arriva Grazia con la figlia e Simona, l'altra aspirante adottante sua parente.
Pochi minuti dopo giungono sul luogo due dipendenti dell'Ufficio Adozioni Avcpp.
Eleonora fa presente, a chi non la ricordava, che Grazia era stata l'adottante del tenero Leon (cane anziano e malato che l'Avcpp non voleva far uscire dichiarandolo anche moribondo, invece ha vissuto 7 bellissimi mesi di libertà e amore senza alcuna sofferenza. Potete trovare in internet la sua commovente storia ed i video a testimonianza di quanto affermato).
Quasi tutto il personale dipendente del Poverello con una faccia cupa, d'altronde ci sono delle infami che stanno cercando di portare via in adozione dei cani (non ancora indicati in quel momento, è bene farlo presente a chi legge!) che lì al Poverello stanno come in un hotel a 5 stelle!!!
L'unica persona che non ha quell'espressione e della quale per ovvi motivi non viene detta l'identità (evitargli del mobbing come avvenuto ad altri dipendenti e ad alcuni volontari), né se uomo o donna, è chi giustamente appare contenta di quello che dovrebbe essere lo scopo della detenzione in gabbia: l'uscita in adozione.
Grazia e Simona indicano i cani che vogliono adottare, rispettivamente Zen e Otto.
Dopo il tentativo fantasioso sulle presunte motivazioni Asl per cui i cani del Poverello non sarebbero potuti uscire in adozione, inizia a questo punto un'opera di scoraggiamento pesantissima, mirata sui cani ora individuati. Nessuno dei due va bene, ovviamente.
Si parte da Zen: LUI E SOLO LUI (poi capirete il motivo), viene fatto uscire dal recinto per essere mostrato. E' un cane molto pauroso, ma questo Grazia lo sa bene: infatti, in questo appello è scritto il reale carattere del cane, mentre sul sito dell'Avcpp, l'associazione per prendersi dei meriti che non ha, lo descrive così “... Poi, con la calma, la pazienza e l’affetto di tutti i volontari e dei lavoratori AVCPP (il famoso metodo AVCPP!!) che a turno hanno cominciato a prenderlo in braccio, a fargli fare qualche passetto fuori dalla gabbia, a conquistarlo con coccole e premietti, Zen ha cominciato a fidarsi ed ora – anche se non è certo un cuor di leone – ha iniziato ad accettare il guinzaglio e ad uscire tranquillamente in passeggiata. Insomma Zen ha fatto il percorso che centinaia di cani prima di lui hanno già fatto (tutti i cani del famoso sequestro romano del gennaio del 2002) e anche lui sta vicendo la sua battaglia! E’ pronto per una adozione del cuore: una persona che non sia al suo “primo cane” ma che al contrario voglia prendersi le soddisfazioni che noi, volontari di una vita, ci siamo già presi centinaia di volte! Credeteci: voi, con il rapporto quotidiano con lui, ci metterete un attimo ma l’orgoglio per quanto fatto durerà una vita! Proprio come il nostro! Zen è compatibile con tutti i cani, sia maschi che femmine...” (http://www.iolibero.org/2010/11/05/zen-la-paura-se-ne-e-andata-la-bellezza-no/).
Ma una volta fatto uscire dal recinto degenza, Zen dimostra tutte le sue paure, come lo aveva descritto la Palazzetti nel suo appello e come in quel momento le dipendenti dell'Ufficio Adozioni vogliono far vedere per scoraggiare l'adottante aggiungendo frasi del tipo “se lo volete toccare è a vostro rischio, può mordere”, “è un cane forastico e quindi morde”, CONTRARIAMENTE A QUANTO MESSO NERO SU BIANCO SUL SUO SITO.
Vi chiederete perché allora quella pubblicità sul sito dell'Avcpp?
La spiegazione è in realtà semplicissima: la “onlus” viene pagata oltre 4 milioni di euro l'anno anche per pubblicizzare i cani per l'adozione come da convenzione con il Comune di Roma, nonché per rieducarli, quindi è obbligata a farlo, allora unisce l'utile al dilettevole facendo anche pubblicità a se stessa sul “famoso metodo avcpp”, peccato però che la realtà sia ben diversa...
Non si tratta, però, di un cane forastico nel senso letterale della parola come detto dalle dipendenti, ma solo di un cane talmente terrorizzato che la mattina invece di stare nell'area all'entrata del canile preferisce rimanere rintanato al buio in un angoletto della stanza/casetta (vedi foto sopra).
La volontaria Eleonora mostra, invece, all'aspirante adottante come Zen si lasci accarezzare sulla testa senza problemi, certo sempre timoroso. Grazia lo accarezza “a suo rischio”, Zen non ha alcuna reazione e lascia fare.
Stiamo parlando di un cane timoroso, Grazia lo sa benissimo perché aveva adottato Leon cane estremamente pauroso. Grazia è, quindi, una persona esperta di questa tipologia di cane: con Leon aveva fatto fin dai primi giorni passi da gigante che il “famoso metodo avcpp” in 10 anni non ha mai fatto.
L'attenzione è quindi concentrata a scoraggiare dapprima l'adozione di Zen, sempre continuando ad affermare che non gli daranno nessuno dei due cani.
Ma a quel punto è già in atto una diretta internet: la Palazzetti sta informando minuto per minuto cosa sta accadendo grazie ad un'utente del gruppo “Noi, gli invisibili del canile comunale ex poverello” posizionata davanti il pc. La gente inizia dunque a mobilitarsi, arriva la notizia al dipartimento Ambiente del Comune di Roma. Proprio dopo questa voce arrivata, le dipendenti dell'ufficio adozioni (che spesso, durante tutta questa assurda mattinata, si sono viste a turno al telefono parlare ed ascoltare qualcuno dall'altro capo), cambiano atteggiamento e concedono l'adozione di Zen.
Improvvisamente Zen diventa un cane “buono” adottabile ed il “cattivo” diventa Otto.
Ma andiamo un attimo a leggere come è stato descritto Otto sul sito dell'Avcpp, è importante perché la “onlus” riporta la descrizione fatta dagli educatori del canile della Muratella nel 2008, leggete con attenzione: “...Otto è un cane sicuro, abbastanza indipendente e ben socializzato. Nel rapporto con le persone ha la tendenza a gestire la situazione: se chiamato, spesso non si avvicina poi però con il muso o con le zampe cerca il contatto. Se glielo si concede, a quel punto si lascia accarezzare senza particolari problemi anche se non bisogna forzarlo perchè in tal caso tende un po’ ad irrigidirsi. Ben socializzato con i cani, con i maschi si approccia in modo un po’ rigido ma se ha davanti a sè un soggetto tranquillo non è certamente lui il primo a scattare. Si è mostrato perfettamente a suo agio in tutti i contesti extra canile (ad esempio negli uffici, o in mezzo alle persone). E’ molto goloso! Gli educatori AVCPP che l’hanno valutato, ritengono che si tratta di un cane intelligente da gestire con coerenza in quanto ci sono i margini per una sua crescita personale visto che accetta di buon grado tutte le eventuali correzioni o indicazioni che un padrone può indicargli. E’ un buon cane da compagnia, adatto a persone con una media esperienza con i cani...” (http://www.iolibero.org/2010/09/28/otto-un-bravo-cane-che-cerca-un-padrone-da-cui-farsi-guidare/).
Ed ora, con le informazioni fornite proprio dalla stessa Avcpp sul suo sito, andiamo a leggere cosa è accaduto nel prosieguo.
Si passa quindi alla fase di scoraggiamento di Otto che viene mostrato solo dalla gabbia e descritto dalle dipendenti dell'Ufficio Adozioni come cane “morsicatore”, “autistico” e “problematico”.
Una delle due dipendenti - per intenderci quella che aveva scritto sulla bacheca facebook del proprio profilo (aperto/visibile all'epoca a tutti) che avrebbe voluto vedere la Palazzetti morta appesa ad un palo a testa in giù (senza scriverne il nome ma con talmente chiari ed evidenti riferimenti che tutti hanno capito e riferito a quest'ultima) – si avvicina ad Eleonora, nei confronti della quale aveva sempre evitato persino il saluto, e le chiede una sua impressione su Otto con i bambini: la Palazzetti prima le risponde che Otto sarebbe stato adottato da Simona che non aveva bambini e quindi il problema non sussisteva, poi davanti all'insistenza della dipendente che addirittura si preoccupava di una possibile visita della figlia di Grazia a casa di Simona, risponde che non vede il problema in quanto – sempre in caso di una “presunta possibile aggressività” mai verificata di Otto nei confronti di bambini – avrebbe potuto benissimo essere tenuto lontano in occasione di una visita della bambina (che, tra l'altro, non è certo così piccola da non sapere come ci si dovrebbe comportare con un cane visto che ne ha anche avuti diversi; vedi foto nell'appello di Otto sempre su questo sito). Detta dipendente si mette allora a dire ad alta voce per farsi sentire dagli altri che “non c'è collaborazione da parte della Palazzetti”. La volontaria Eleonora ci tiene a sottolineare a chi sta leggendo che assolutamente non c'è da parte sua collaborazione, né MAI ci sarà, a tenere i cani chiusi in gabbia.
Insomma, la dipendente ha cercato in ogni modo di trovare ostacoli all'adozione con ipotesi quantomeno discutibili. A quel punto la Palazzetti, previa autorizzazione di un dipendente che non poteva certo essere negata essendo volontaria autorizzata dal Comune di Roma ed avendo un buon rapporto con Otto, va a prendere il cane che “casualmente” le dipendenti dell'Ufficio Adozioni non avevano voluto tirare fuori dal recinto così come fatto prima per Zen (che caso, eh?).
Otto arriva tutto allegro per essere uscito dalla gabbia e si fa accarezzare contento da tutti compresa la bambina (vedi foto), rimanendo poi al guinzaglio in mezzo ad altri cani maschi e femmine all'entrata del canile che gli si avvicinavano senza problemi.
Il temibile morsicatore Otto... lo stesso cane a cui l'Avcpp meno di un mese fa aveva fatto perdere un'altra adozione di una utente facebook, Serena Zizzari, che, andata sul posto, era stata scoraggiata... Naturalmente alla protesta internet che ne era allora derivata, la presidentessa Avcpp rispondeva dando una versione sull'adottante e sulla sua famiglia non corrispondente alla realtà e che avrebbero potuto confermare guarda caso due dipendenti avcpp (la cui identità non viene indicata, ma che molti di noi hanno già intuito essere sempre le solite fedelissime), versione smentita da quell'aspirante adottante che nel frattempo aveva adottato un cane in un canile di un'altra associazione.
Nonostante tutto, le dipendenti dell'Ufficio Adozioni negano l'adozione a Simona e le dicono di fare un'adozione a distanza (consistente in pratica nel pagamento alla “onlus” di € 62,00) e di venire a vedere ogni tanto il cane (beh certo, comodo da una regione all'altra, no?).
La Palazzetti continua la diretta internet ed a quest'ultima notizia, vista la gravità inaudita della situazione, un'associazione in difesa degli animali risponde di voler mandare in loco una sua volontaria ed un legale.
A questo punto, dopo diverse telefonate ricevute ed effettuate dalle dipendenti dell'Ufficio Adozioni, di fronte all'insistenza della determinata Simona finalmente viene concessa l'adozione di Otto. Si cerca allora di scoraggiare nuovamente l'adozione di Zen riportando a modo loro una vicenda accaduta tempo fa e facendolo passare per un cane killer: avrebbe ucciso un cane cieco che era stato inserito circa due anni fa nella degenza. Strano poi che si siano “ricordate” di questa leggenda metropolitana solo dopo l'ennesima telefonata ricevuta...
Vi spiego come in realtà è andata la storia: circa due anni fa Zen – senza alcun apparente motivo – è stato spostato nel recinto degenza all'epoca contenente altri 8/10 cani (ci sono le foto scattate in quel periodo). Per legge le dimensioni di quel recinto degenza non consentono di tenere tutti quei cani, ma di fatto ci stavano. La responsabile del canile aveva inserito lì nel febbraio 2010 un nuovo cane giovane e cieco di nome Kimbo, appena trasferito dal canile della Muratella: il canetto era molto impaurito e se ne stava tutto il tempo dentro una cuccetta a forma di igloo (ci sono foto), segno di un evidente disagio a stare insieme agli altri cani. Ma questi segnali non sono stati raccolti dalla “esperta” responsabile del canile che l'ha lasciato lì ed il cane è morto sbranato dopo pochi giorni. Il giorno in cui è stato trovato il cane morto, nessuno ha saputo stabilire chi lo avesse aggredito o se fosse stata un'aggressione in branco. A distanza di tempo la responsabile, senza segnali evidenti, faceva girare la voce che potesse forse essere stato Zen: ovviamente non pensava quello che diceva altrimenti sarebbe stata una perfetta incompetente a lasciare Zen senza alcun motivo - visto che ufficialmente l'avcpp non ha mai dichiarato essere malato – nel “recinto degenza” insieme a cani che per motivi di salute cambiano continuamente.
Ma adesso l'ipotesi del cane killer torna utile per scoraggiare nuovamente l'adozione!
Nonostante tutte le pressioni a desistere, Grazia e Simona hanno continuato a chiedere l'adozione dei cani ed alla fine l'hanno ottenuta. Un lieto fine, NON CERTO GRAZIE ALL'AVCPP.
In auto i due cani sono stati buonissimi, Zen (il pauroso che potrebbe mordere!) ha addirittura mangiato dalle mani di Grazia dei biscottini tanto si sentiva tranquillo. Una volta arrivati, hanno fatto entrambi diverse passeggiatine e Otto - descritto dall'avcpp come cane morsicatore - si è nascosto tra le gambe dell'adottante quando ha incontrato per strada due mini cagnolini maschi (veramente aggressivo!). Stanno bene, mangiano con appetito e si stanno ambientando.
Grazie di cuore alle due adottanti Grazia e Simona, siete fantastiche! Un ringraziamento a Dania Moretti per tutto ciò che ha fatto e che fa per i canetti del Poverello, e a tutte le persone che in internet ed al di fuori del web hanno diffuso i loro appelli e si sono mosse in aiuto dei due canetti contro l'INGIUSTIZIA che si stava consumando. Una delle tante, purtroppo non ancora l'ultima.
Concludo questa nota con delle domande/riflessioni, lasciando a voi qualsiasi risposta:
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perché un cane come Zen, pur non essendo apparentemente malato, era stato messo nel settore degenza da oltre due anni?
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perché nella degenza questo canetto aveva più paura di prima quando stava nella sua gabbia, tanto da preferire stare al buio al chiuso piuttosto che in un'area dove poteva incontrare le persone?
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perché Zen non doveva uscire in adozione?
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perché le diverse persone che nel tempo si sono interessate ad Otto tanto da chiederlo in adozione sono state scoraggiate?
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perché le dipendenti dell'Ufficio Adozioni avcpp hanno dato una descrizione del cane completamente diversa da quella fatta dagli educatori e presente sul sito della stessa avcpp?
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perché Otto doveva rimanere in canile?
C'è la speranza che a queste domande vengano date risposte certe da chi di dovere.
Grazie a tutte le persone che hanno tifato e lottato per la liberazione di questi due sfortunati canetti.
GRAZIE A CHI AMA VERAMENTE I CANI.